Tekapp: bambini al lavoro con mamma e papà

Il titolare Daniel Rozenek: “Se l’emergenza dovesse prolungarsi stiamo valutando l’idea di assumere degli educatori e di trasformare la nostra sala riunioni in uno spazio dedicato ai nostri figli e a quelli dei nostri collaboratori”

 

FORMIGINE –  L’impresa emiliana non avrà mai le dimensioni di una multinazionale, le misure restano piccole ma il cuore è grande, quasi smisurato. Una qualità che rende unica la nostra rete d’aziende, come dimostrato a seguito del terremoto e delle altre avversità che hanno colpito la nostra regione; pensate che la maggior parte dei diplomati e dei laureati preferiscono stabilirsi all’interno di imprese di medie dimensioni piuttosto che sposare uno dei tanti colossi stranieri che alberga sul nostro territorio. Perché? Nelle piccole aziende gli umani restano umani, il proprietario non è un fondo con un cassetto della posta alle Mauritius ma un piccolo imprenditore abituato a farsi dare del tu e a lavorare sodo come i suoi più stretti collaboratori.

Questo fattore è venuto a galla anche durante l’emergenza Coronavirus, tempesta che sta scuotendo duramente anche le mura della nostra economia. Una tempesta che ha portato, ancora una volta, la piccola media impresa e i suoi imprenditori a tendere una mano ai dipendenti, cercando di sopperire in più modi. Una delle storie più affascinanti della zona proviene da Formigine, dove l’azienda italo-israeliana Tekapp ha accolto i figli dei dipendenti permettendo loro di venire a lavorare con mamma e papà. Per l’occasione, i dipendenti e la proprietà della nota azienda attiva nel settore della sicurezza informatica hanno organizzato dei turni per seguire i bambini e per proporre loro delle attività di vario tipo.

Così il titolare Daniel Rozenek: “Ho due figlie, la mia compagna lavora e, come i miei dipendenti e collaboratori, mi sono subito accorto del disagio. Purtroppo ci siamo organizzati velocemente, senza avere il tempo di organizzare attività di vario interesse per i bambini, ma se l’emergenza dovesse persistere stiamo valutando l’idea di assumere degli educatori per seguire i miei bambini e quelli dei miei dipendenti per tutto il periodo della chiusura della scuola. Abbiamo una sala riunioni in più che diventerà la loro classe per qualche tempo. L’importante è restare uniti e pensare al bene delle nostre famiglie e alla serenità di chi lavora con noi”