Istituto “Galvani Iodi”: gli alunni dialogano con Matilde

È ancora possibile fare conoscenza con la Contessa Matilde, personaggio illustre della nostra terra? È ciò che hanno sperimentato con successo 40 studenti di due classi terze dell’istituto “Galvani Iodi” camminando per i boschi di castagni di Marola, osservando i resti storici di torri e antiche abbazie di Carpineti, Canossa e Rossena e assaggiando i prodotti tipici della nostra terra come il Parmigiano Reggiano, nato proprio in quel particolare contesto.Il finanziamento del modulo “Dialogo con Matilde”, ottenuto dal progetto PON “Patrimonio Culturale Artistico e Paesaggistico”, ha permesso di partecipare a due uscite di tre giorni nella nostra collina. Qui, accompagnati da esperte guide storico naturalistiche, gli alunni hanno potuto conoscere meglio la Contessa Matilde nella sua veste di buona amministratrice, in quanto ideatrice dei folti castagneti voluti per sfamare i sudditi dell’Appennino, hanno visitato i castelli da lei edificati, che testimoniano la sua intelligenza politica e militare e ascoltato le guide esperte del “Melograno”, che hanno descritto e rappresentato un’epoca con i suoi usi e costumi.

Le tracce di Matilde si sono spinte fino ai primi del Novecento, quando un’altra donna reggiana, Maria Bertolani Del Rio, psichiatra e prima donna medico assunta al San Lazzaro, decise di utilizzare la decorazione romanica di epoca matildica per finalità terapeutiche: ai piccoli ricoverati del manicomio fece riprodurre dei manufatti artistici, intuendo la valenza riabilitativa di queste attività. Appassionata di storia locale, Maria Bertolani coordinò i laboratori della struttura dove, per anni, si produssero ceramiche, oggetti in pelle e in legno, sculture e ricami raffinatissimi, elaborando un canone da lei stessa battezzato “Ars Canusina”. Gli alunni, durante un’uscita al San Lazzaro, hanno potuto ammirare da vicino alcuni di questi manufatti e, guidati dentro i padiglioni del vecchio manicomio, respirare l’atmosfera di questo luogo che parla di dolore, fatica e totale segregazione. Un’esperienza umana e professionale forte per gli alunni del “Galvani Iodi”, in quanto futuri operatori dei servizi sociali, impegnati a trovare modalità nuove per favorire il benessere e valorizzare la persona in ogni contesto.

Infine, affascinati da questi itinerari, gli studenti hanno deciso di fare esperienza diretta dell’Ars Canusina attraverso due laboratori di ceramica e pittura su tessuto in cui, assieme a due esperti messi a disposizione dal Consorzio dell’Ars Canusina, hanno prodotto oggetti di vario tipo a modello di quelli proposti nel catalogo redatto da Maria Bertolani. Nei quattro pomeriggi di lavoro gli studenti hanno sperimentato un nuovo modo di fare scuola in cui tutte le abilità vengono messe in gioco e la mente, il cuore e le mani dialogano tra loro. Le diverse tappe del progetto e gli oggetti prodotti dagli alunni saranno presentati in una prossima mostra all’interno della scuola e su uno spazio apposito sul sito dell’Istituto.