Le allenatrici sono il futuro del calcio italiano

Il mister dei Primi Calci, Evelyn Venturi afferma: “Pensare che il calcio sia uno sport per soli uomini è una grande falsità”.

Il calcio è, da sempre, etichettato come uno sport di squadra “per maschi”. Negli ultimi anni, però, le donne hanno acquisito sempre maggior credibilità e visibilità agli occhi di tutti gli addetti ai lavori.

Le imprese della Nazionale Italiana femminile hanno fatto nascere un vero e proprio movimento attorno al calcio “rosa”.

Non si era mai visto nella storia della nostra nazione un consenso così grande per le nostre giocatrici e, finalmente, le loro qualità hanno superato il muro degli stereotipi.

Per questo motivo, tante società hanno deciso di dare l’opportunità di allenare a tante ragazze. Una delle prime società è stata la Virtus Libertas e oggi parleremo con una delle due responsabili che allenano nella scuola calcio: Evelyn Venturi.

Parliamo con lei della sua passione e di come ha vissuto il mondo del calcio sia dentro che fuori dal campo. PERCHÉ HAI SCELTO DI DIVENTATE UN’ALLENATRICE? E PERCHÉ PROPRIO ALLA LIBERTAS?

“Mi è stato chiesto di diventare allenatrice da altre società, ma per paura di non essere all’altezza non ho mai accettato.

Quando Antonio Palladino (attuale direttore sportivo del settore giovanile della Virtus Libertas, ndr) due anni fa mi fece la proposta di entrare a far parte di questa società e ho accettato senza pensare perchè ero vogliosa di provare ad insegnare al meglio tutto quello che è stato insegnato a me nella mia carriera calcistica.

Ad oggi sono molto soddisfatta del risultato che ho ottenuto. Posso dire, inoltre, che allenare è diventata una grande passione”.

OLTRE AD ALLENARE DEI BAMBINI, SEI ANCHE UNA CALCIATRICE. COSA RAPPRESENTA IL CALCIO PER TE?

“Il calcio, fin da piccola, è stato il mio sport preferito.

Questo amore è nato seguendo, accompagnata da mio padre, mio fratello. Partecipavo a tutte le partite della domenica e più lo guardavo giocare più saliva la voglia di fare anche io parte di una squadra”.

COME SI FA AD ALIMENTARE CONTINUAMENTE UNA PASSIONE A CHIARO STAMPO “MASCHILE”? E:

“Io, personalmente, non ho mai pensato particolarmente che, essendo il calcio di “stampo maschile”, non fosse adatto a me. Penso che quando hai una passione non c’è colore, razza o tipologia che tenga.

Lo sport è per tutti ed è giusto che ognuno faccia lo sport che preferisce. Nonostante i miei genitori non fossero proprio dell’idea, non mi è mai stato impedito di praticarlo, quindi ho portato avanti questa mia grande passione”.

HAI MAI TROVATO PROBLEMATICHE “SESSISTE” NEL MONDO DEL CALCIO?

“No non ho mai avuto problemi “sessisti”.

L’unica situazione di disagio che ho dovuto sempre vivere era dover chiedere, ad ogni trasferta, uno spogliatoio solo per me visto che giocavo insieme ai maschi.

Ovviamente quando sono stata inserita nella Reggiana Femminile questo problema non l’ho più avuto”.

COSA CONSIGLIERESTI A UNA RAGAZZA CHE VUOLE APPROCCIARSI AL MONDO DEL CALCIO?

“Consiglierei di farlo senza farsi tanti problemi perché è uno sport che dà grandi soddisfazioni e soprattutto in questo momento storico le ragazze hanno un’ottima opportunità di diventare calciatrici professioniste (equiparate ai calciatori professionisti) e di essere grandi come le nostre ragazze della nazionale di calcio femminile”.