Italiani e cibo, un rapporto controverso

Italiani e cibo, un rapporto controverso

Il rapporto tra gli italiani e il cibo è piuttosto controverso: da un lato, siamo spesso di fronte ad una sempre maggiore attenzione su ciò che si consuma, dall’altra, però, si fa troppo affidamento su se stessi per la scelta della propria alimentazione senza ricorrere agli specialisti del settore. Si avvicina la bella stagione e, come tutti gli anni, molti cominceranno a seguire, per perdere i chili in eccesso, le varie diete del momento.

La dieta a zona, la dieta iperproteica, la dieta che mette al bando i carboidrati e quant’altro, rappresentano sistemi alimentari che solo apparentemente possono dare buoni risultati, ma che, alla lunga, creano seri problemi di salute. E’ il concetto di ciò che può essere “sano” che probabilmente è scorretto, poiché, generalmente, chi intende mettersi a dieta elimina completamente dalla sua tavola alcuni cibi, favorendo il consumo di altri che, sebbene salutari, da soli non saranno sufficienti a fornire all’organismo tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno. Se si pensa che mangiare bene vuol dire nutrirsi solo di frutta e verdura, si è lontani da ciò che i medici ci dicono da tempo e cioè che l’alimentazione più adatta è quella nella quale si riesce a conciliare la varietà degli alimenti.

La cura che gli italiani rivolgono al cibo è abbastanza complessa, dal momento in cui è emerso che dal prestare particolare attenzione a ciò che si mangia si può arrivare, senza rendersene conto, al cosiddetto fanatismo alimentare. Non è un caso, infatti, che sono in costante aumento i disturbi legati all’alimentazione: bulimia, anoressia, obesità e, negli ultimi tempi, si parla anche di “ortoressia”, ossia di eccessivo rigore nel controllo del cibo. Da ciò che si pensa sia giusto mangiare ci si aspetta molto: non solo benessere fisico, ma soprattutto psicologico, binomio che non si verifica quando le diete seguite sono frutto del “fai da te”.

Si è portati a pensare che se un tipo di alimentazione ha portato una specifica popolazione ad essere più longeva, gli stessi effetti potrebbero manifestarsi anche per altre popolazioni che seguono lo stesso regime alimentare.

In realtà, però, non si tiene conto che il benessere fisico e psichico di ciascuno dipende da molti altri fattori esterni alla alimentazione, come per esempio quello genetico. La dieta, sempre più frequentemente, si intende come limitazione alimentare piuttosto che come corretto regime alimentare e la colazione, il pranzo e la cena rischiano di diventare, per molti italiani, un momento di ulteriore stress perché ci si focalizza sul cibo, sulle dosi e sulle calorie.

Tanti si affidano alle dieta dell’ultimo minuto, che però, nella maggior parte dei casi, costituisce una porta d’ingresso verso la depressione, poiché si sottovaluta il concetto stesso di “dimagrimento”. Si dimentica che il cambiamento del nostro corpo è strettamente correlato con quello psicologico e il non riuscire ad avere in tempi brevi i risultati sperati fa aumentare la frustrazione.

Per dimagrire o per mangiar sano e avere sull’organismo tutti gli effetti positivi che ne derivano, non basta soltanto mangiare di meno o fare rigide selezioni tra gli alimenti, ma è necessario predisporsi in modo positivo con la mente. Mangiare sano è giusto, ma non ci si può improvvisare in un campo così complesso come può essere quello dell’alimentazione: è necessario innanzitutto rivolgersi, ripeto, a specialisti del settore che ci sosteranno anche dal punto di vista piscologico, ma soprattutto dovremmo cercare di non essere con noi stessi troppo severi. Porsi obiettivi è importante e ancora di più lo è raggiungerli, ma senza ansie, perché perdere chili o mantenere un peso forma, non è semplice e richiede tutta la nostra stabilità emotiva.

Maurizio Costanzo